Domande e risposte sulle patologie della spalla

LE LESIONI E INFIAMMAZIONI DEL TENDINE DEL BICIPITE

E' uno dei 2 capi del muscolo bicipite. E' una struttura tendinea a forma di cordone che scorre in un solco nella zona anteriore dell'omero. Si inserisce nella porzione superiore del labbro glenoideo sul polo superiore della glenoide (la cavità ossea della spalla nella quale si appoggia la superficie sferica della testa omerale). Il capo breve del bicipite, più grosso ed importante, forma il tendine congiunto insieme al tendine del m coraco-brachiale e va ad inserirsi sul processo osseo della coracoide (struttura anteriore della spalla).



Il muscolo del bicipite ha quindi due punti d’ancoraggio nella zona della spalla, di cui uno intra articolare. La sua funzione è di piegare l’avambraccio sul braccio contribuendo alla sua rotazione.

In generale queste lesioni sono più frequenti con l'avanzare dell’età, poiché i tendini perdono la loro elasticità e diventano sempre più rigidi e fragili. Anche la vascolarizzazione dei tendini, che li nutre, si riduce con l’età. Questi processi degenerativi sono più evidenti nelle persone sedentarie, ma possono essere rallentati con appropriati e regolari esercizi. I soggetti ben allenati, comunque, non sono immuni da lesioni dei tendini del bicipite poiché condizioni di sovra, o non corretto, allenamento possono danneggiare anche tendini originariamente sani.

Come già detto, l’età, l’inattività o l’eccessiva attività possono indebolire questi tendini con la conseguente riduzione della loro capacità di sopportare sforzi ripetitivi o sovraccarichi improvvisi.  Alcune persone poi possono sviluppare depositi calcifici nel canale bicipitale che possono danneggiare il capo lungo del bicipite. Un evento meno raro è rappresentato dalla fuoriuscita (lussazione) del tendine del capo lungo del bicipite dal suo solco sulla testa omerale. Tale evento si manifesta soprattutto in presenza di una lesione del tendine del sottoscapolare o di altri tendini della cuffia dei rotatori che normalmente contribuiscono a formare un meccanismo abbastanza complesso detto "puleggia" che serve a mantenere il tendine bicipitale nella sua sede. Il tendine del capo lungo del bicipite può essere anche danneggiato a livello della sua inserzione sul labbro glenoideo sul polo superiore della glenoide e ciò implica una avulsione, totale o parziale, dell’ancora bicipitale con conseguente instabilità del tendine.

Se il tendine o la sua guaina vengono irritati si infiammano causando dolore e gonfiore. Questa condizione è definita “tendinite”. Piccoli traumi possono anche determinare la rottura di alcune fibre tendinee. In caso di completa rottura del capo lungo del bicipite segue la discesa del moncone tendineo nel solco bicipitale: il muscolo bicipite assumerà un aspetto “a palla”, poco al di sopra dell’articolazione del gomito, cosiddetto "segno di Popeye". Le conseguenze sulla funzionalità del muscolo bicipite sono molto modeste dato la maggior importanza del capo breve a questo riguardo (vedi risposta 1).

In fase iniziale si consiglia il riposo, l’applicazione locale di ghiaccio, l’uso di anti infiammatori. In alcuni casi può rendersi utile l’uso di anti infiammatori cortisonici per tenere sotto controllo il dolore e il gonfiore.

Il tipo di trattamento chirurgico dipende dal tipo e dalla gravità del danno tendineo. Se solo una piccola parte del tendine è danneggiata la soluzione può essere un semplice “debridement” (pulizia) per via artroscopica. Qualora la maggior parte del tendine sia danneggiato allora si rende necessaria una tenotomia (resezione del tendine) od una tenodesi (fissaggio del moncone tendineo). Queste procedure chirurgiche possono essere effettuate per via artroscopica (vedi in questa sezione del sito "La chirurgia artroscopica") consentendo, con la minima invasività che caratterizza questa tecnica, di recidere l’inserzione del tendine danneggiato ed eventualmente di procedere a una sua nuova fissazione su capi ossei o su altre strutture tendinee. Se il tendine è andato incontro ad una avulsione parziale della sua ancora sulla glenoide (lesione SLAP) si può provvedere a un rifissaggio nella sua sede originale per via artroscopica, avvalendosi di fili di sutura e miniancore.

Dopo l’intervento l’arto operato deve essere tenuto al fianco, in posizione neutra, mediante l’utilizzo di appositi “sling”, comode tasche a sospensione con o senza cuscini distanziali. Per la completa cicatrizzazione del tendine sull’osso o su altri tendini sono necessarie 4-6 settimane. Dopo questo periodo sarà possibile un progressivo ritorno a sforzi più importanti grazie all’esecuzione metodica di specifici protocolli riabilitativi personalizzati tarati in base al tipo di intervento effettuato. Le normali funzioni leggere della vita quotidiana possono essere effettuate già dalla seconda-terza settimana dopo l'intervento. Il ritorno a mansioni lavorative pesanti deve essere programmato non prima di 3-4 mesi.